Come si cura la piorrea: la terapia chirurgica
Nel Sistema Kedos di cura della parodontite la terapia chirurgica è l’estrema ratio delle scelte terepeutiche.
L’obiettivo principale della fase non chirurgica e di mantenimento è quello di stabilizzare il parodonto, eliminando il sanguinamento, diminuendo l’ampiezza delle tasche parodontali e delle forcazioni. Qualora, per questioni anatomiche o per tartaro profondo (difficilmente accessibile dalla terapia parodontale non chirurgica) questi obbiettivi non dovessero essere raggiunti, è indicata la terapia parodontale chirurgica.
La chirurgia parodontale può essere completamente risolutiva in molte situazioni complesse e va ponderata considerando tre criteri: Vantaggi, Svantaggi, Requisiti del paziente.
I vantaggi della terapia chirurgica:
Il sistema chirurgico permette di lavorare “a cielo aperto” direttamente nella zona interessata da parodontite. Il chirurgo ha così la possibilità di accedere a zone difficilmente raggiungibili dal trattamento “a cielo coperto” e ottenere un altissimo livello di levigatura delle tasche parodontali. Come tecnica si cura la piorrea chirurgicamente anche attraverso la riduzione della profondità delle tasche che può essere riportata -appunto chirurgicamente- a valore Zero a fine intervento.
Gli Svantaggi della terapia chirurgica della piorrea:
La tecnica comporta un maggior numero di appuntamenti e un impegno psicofisico notevole per il paziente che riceverà un intervento chirurgico.
Il momento dell’intervento è delicato e privo di alcun fastidio, diverso è per la fase post chirurgica in cui la guarigione delle ferite può comportare lievi dolori (controllabili con i FANS) e almeno per i primi giorni è consigliato un riposo fisico quasi assoluto.
A volte la terapia chirurgica espone maggiormente la radice del dente e ne deriva una maggior sensibilità (a sbalzi termici) e in certi casi un inestetismo. Bisogna considerare anche il maggior numero di sedute e i costi che comporta un intervento di chirurgia parodontale da aggiungere a quelli della terapia non chirurgica.
I requisiti del paziente per accedere alla chirurgia:
Nel Sistema Kedos oltre al “come” si cura la piorrea chirurgicamente, è previsto un severo controllo dei requisiti locali e sistemici che il paziente deve raggiungere per poter ricevere la chirurgia.
Requisiti Sistemici:
Riguardano lo stato di salute generale. I problemi che possono affliggere un organismo sono innumerevoli e mi limiterò a citare i più frequenti. Tra le controindicazioni relative alla chirurgia figurano il problemi della coagulazione del sangue, pregressi problemi cardiovascolari o pressori, diabete di primo o secondo tipo non compensato, allergie ad antibiotici e Fans, Tiroiditi non compensate, assunzione di bifosfonati sistemici da più di un anno, stato di gravidanza,
Requisiti locali:
Il paziente candidato alla chirurgia dovrà aver completato il percorso della terapia non chirurgica e aver degli indici parodontali in costante miglioramento. Infatti la chirurgia è destinata al fallimento qualora il livello di placca accumulata sia superiore al 10-15%.
Nel Sistema Kedos anche il fumo è una controindicazione, infatti possono accedere alla chirurgia i pazienti fumatori che rientrano nelle 5 sigarette al giorno. Il fumo oltre le 10 sigarette è per noi una controindicazione assoluta alla chirurgia.
Come si cura la piorrea chirurgicamente?
La chirurgia parodontale si affronta in anestesia locale in associazione o meno con la sedazione cosciente tramite il protossido d’azoto.
Non occorre alcuna preparazione antibiotica o farmacologica se non in situazioni particolari in cui è importante la prevenzione delle endocarditi o in pazienti allergici.
Il nostro Team prepara la poltrona odontoiatrica trasformandola in un campo operatorio dove i sistemi di controllo delle infezioni crociate sono portate agli estremi. Per questo motivo il paziente viene “vestito” con teli e cuffie sterili e tutte le superfici di contatto della poltrona rivestite con speciali pellicole .
L’intervento vero e proprio prevede un delicato “spostamento“ della gengiva che ricopre la tasca parodontale.
A questo punto la zona affetta da parodontite viene detersa, levigata e in base a diversi parametri si può anche rimodellare l’osso riassorbito. La tecnica chirurgica termina con la sutura.
Cosa succede dopo l’intervento?
Nei giorni successivi all’intervento la zona trattata dovrà essere igienizzata con collutori o gel a base di clorexidina e non spazzolata. E’ normale un aumento transitorio della sensibilità agli sbalzi termici e dei lievi fastidi. Raramente la zona si gonfia e ancora più raramente può apparire un livido sulla cute del viso.
Il trattamento farmacologico prevede l’uso di FANS per tre giorni ed i collutori disinfettanti.
Tra i sette e dieci giorni è possibile rimuovere le suture e riprendere a spazzolare -delicatamente- la zona.